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Omar Di Felice presenta questa sera, giovedì 7 gennaio 2021, il docufilm dedicato al suo viaggio in bicicletta in Mongolia. A marzo 2020 l’ultracyclist romano ha infatti portato a termine la traversata del Deserto dei Gobi in inverno, su bici da corsa (in assetto bikepacking), pedalando per 17 giorni per un totale di 2.270 km.

Quell’avventura, narrata dallo stesso Omar sui suoi canali social in tempo reale, è diventata un docufilm che sarà trasmesso per la prima volta questa sera alle 21.00 dalla pagina Facebook Omar Di Felice.

Omar Di Felice durante la traversata del Deserto dei Gobi, in Mongolia (credit: Omar Di Felice)
Omar durante la traversata del Deserto dei Gobi, in Mongolia (credit: Omar Di Felice)

“Al termine della proiezione ci sarà la possibilità di interagire e discutere live. Risponderò alle domande, sarò ben felice di raccontare nei dettagli questo viaggio unico”, ha detto Omar.

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omar di felice e il viaggio in mongolia

“Uno dei luoghi più remoti ed estremi al mondo. Uno dei più freddi. Uno dei più emozionanti. Chiudo gli occhi, mi sembra quasi di rivivere quei 17 incredibili giorni. Mi emoziono. Di colpo. Vorrei essere lì per un istante ancora”, ha scritto in queste ore sui social Omar Di Felice, annunciando la premiere del documentario.

Le immagini mostreranno i dettagli di questo viaggio ai confini del mondo, le emozioni di Omar che ha sempre amato i luoghi freddi e le avventure “polari”, portando a termine diverse imprese estreme in ambiente artico.

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omar di felice e il record in canada

Nel 2018 Omar Di Felice avevate pedalato per 1500 chilometri a 25 gradi sottozero in Canada. Pedalando sulla celebre “Dempster Highway” è stato il primo ciclista della storia a solcare, in sella alla sua inseparabile due ruote e in inverno, il tratto denominato “Arctic Highway”, tra Inuvik e Tuktoyaktuk (ne avevo scritto su La Gazzetta dello Sport).

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un 2020 col botto

“Il 2020 mi ha regalato la possibilità di rispolverare un vecchio progetto che avevo in un cassetto da troppo tempo: la traversata nostop dell’intero arco alpino lungo la linea di confine. Da Trieste a Ventimiglia. 1700 km e 37.000 metri di dislivello”.

Già perché dopo essere rientrato in Italia dalla Mongolia (in “ritardo” sulla tabella di marcia per via delle restrizioni dovute all’inizio della pandemia), Omar è riuscito anche a compiere, nel 2020, un’altra grande impresa su due ruote in Italia, percorrendo l’intero arco alpino.

Il 2020 chiude il mio nono anno da quando ho scelto di dedicare la mia vita al ciclismo estremo e all’avventura. 314 mila km passati in sella. 4 milioni e mezzo di metri di dislivello, ovvero 510 volte la quota Everest. Il 2021 sarà il decimo anno. Che sia un 2021 pieno di avventure!

omar di felice

omar di felice, tra cicloturismo e ultracycling

Come avevamo già scritto in un articolo dedicato ai 10 cicloturisti italiani più famosi su Instagram, Omar si definisce ciclista estremo, ma in fondo anche un vero cicloviaggiatore.

Omar Di Felice durante uno dei suoi viaggi in solitaria (credit: Omar Di Felice)
Omar durante uno dei suoi viaggi in solitaria (credit: Omar Di Felice)

Le sue pedalate al freddo e al gelo sono diventate fonte di ispirazione per moltissimi appassionati: oltre alla sua anima più “racing”, che lo porta ancora a gareggiare in competizioni di ultracycling, Omar continua a incarnare i valori del cicloturismo: la voglia di scoprire, la voglia di pedalare, la voglia di viaggiare.

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E il 2021 di Omar come sarà? L’atleta ha da poco pubblicato un video in cui svela alcune novità…

a proposito di docufilm sul cicloturismo…

Se siete in cerca di un po’ di ispirazione, su Amazon Prime è disponibile anche il documentario di “Grizzly Tour”, il viaggio delle Cicliste per Caso dal Canada al Messico, ovviamente in bicicletta.

“Racconta un’avventura incredibile che ci ha portate a pedalare 4.000 km dal Canada al Messico attraverso le aree più remote delle Montagne Rocciose e che, giorno dopo giorno, ci ha costrette a misurarci con i nostri limiti, con la nostra forza e la nostra fragilità, e ha messo alla prova il nostro legame. Perché ogni viaggio in fondo è una storia d’amore”, hanno scritto su Facebook le Cicliste per Caso.

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