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Da Marsala a Mazara del Vallo sulla Strada del Vino. Se cercate un itinerario cicloturistico ancora poco battuto, decisamente poco conosciuto, ma spettacolare, carico di colori, profumi, sapori, e storia, eccolo. Pochi chilometri, circa 30: da inserire all’interno di un viaggio più lungo, magari alla scoperta di tutta la costa Ovest della Sicilia, oppure da fare semplicemente in giornata, prima di un tuffo in mare. Pochi chilometri, ma che collegano due centri storici di valore ma forse un po’ sottovalutati, e che attraversano un territorio che dal punto di vista turistico, ma soprattutto enogastronomico, ha molto da raccontare e che fa innamorare tutti quelli che sono passati da queste parti.

Pronti, partenza, via: sul lungomare di Marsala
Pronti, partenza, via: sul lungomare di Marsala

Il punto di partenza: Marsala

Il nostro racconto parte da Marsala, ma è solo per comodità. Marsala è un affaccio sul Mediterraneo, un balcone sul Mare Nostrum dal quale ammirarne la grandezza e la bellezza. Le Isole Egadi sono a soli 20 minuti di navigazione, l’Africa è un po’ più lontana, ma nemmeno troppo (80 miglia separano questa punta della Sicilia dalle coste tunisine).

Qui si è fatta un bel pezzo della storia del nostro Paese: “Dal mare giungono i Fenici per insediarsi nell’isola di Mozia, la perla archeologica dello Stagnone, che i Cartaginesi non riescono a difendere dall’assedio e dalla distruzione di Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa. È il 397 a.C. e i pochi sopravvissuti si spostano sul vicino promontorio di Capo Boeo, dove fondano Lilybeo”, cita il portale di turismo del Comune. “Sotto la dominazione romana, poi, fiorisce il commercio e si sviluppano gli affari; mentre con l’arrivo dei pirati arabi – VIII secolo – la città si ribattezza col nome di Marsa Allah (Porto di Dio), secondo altri Marsa Alì, da cui l’attuale nome. Nel 1773, la storia di Marsala cammina di pari passo con quella dell’omonimo vino grazie agli Inglesi: prima John Woodhouse, poi Ingham e Whitaker, scoprono e valorizzano la più antica Doc d’Italia. Dieci anni dopo, i Florio saranno i primi italiani a commercializzare il marsala. Con lo sbarco di Giuseppe Garibaldi – 11 maggio 1860 – questa Città inizia a scrivere una delle più belle pagine del Risorgimento che, un anno dopo, culminerà nell’Italia unita e repubblicana”.

Il Marsala vale un tour in cantina

Cosa fare e cosa vedere a Marsala? Gli spunti non mancano, ma se non avete molto tempo, tra i “must” inserite la visita a una delle cantine che portano il nome della città e del suo celeberrimo vino fino agli angoli più sperduti di questo mondo. A Nord del centro storico si trovano le Cantine Pellegrino, a Sud invece le Cantine Florio e Donnafugata, solo per citare le più note. Tutte organizzano visite e tour degustativi per assaggiare il vino prodotto in loco ma anche altri prodotti locali.

Cantine Florio, uno dei simboli della città di Marsala
Cantine Florio, uno dei simboli della città di Marsala

Pronti, via: da Marsala verso Mazara del Vallo

Ma torniamo a Garibaldi. Sul lungo mare si trova il Monumento ai Mille: l’evento che avviò di fatto l’Unità d’Italia è ricordato con un’opera in cui i nomi di quei mille giovani coraggiosi sono incisi su lastre metalliche da cui filtrano luce, aria e vento nella trasparenza contro il cielo. Il nostro itinerario parte proprio da qui. Lasciamo il centro della città e pedaliamo verso Sud Est. Il mare sulla nostra destra, le contrade di Marsala a sinistra. Pedaliamo sul Lungomare Mediterraneo fino alle Cantine Florio, da lì la strada prende il nome di via Vincenzo Florio.

Secondo tratto, due opzioni di viaggio

Ora, due opzioni per proseguire. Prima opzione: chi volesse puntare verso la costa può andare in direzione della Torre Sibiliana. All’altezza del Lido Signorino si devia verso destra e si lascia la provinciale (Sp84), si attraverso Villaggio Greco e si arriva fino alla Torre Sibiliana, che fa parte di un sistema di difesa che fu costruito in Sicilia tra il 1453, anno di caduta di Costantinopoli sotto l’attacco turco, e il 1553: sull’isola furono realizzate trentasette torri per ordine del governo spagnolo come punti di vedetta e avvistamento contro le scorrerie dei pirati saraceni e per mezzo di esse, con segnali ottici, era possibile trasmettere in brevissimo tempo il segnale di allarme lungo tutta la Sicilia. Dalla Torre Sibiliana si può anche scegliere di continuare sulla costa, ma il fondo non è sempre asfaltato, quindi bisogna avere una bicicletta adatta (per esempio una gravel o una mtb). Opzione due: continuare nell’entroterra.

Il passaggio a Petrosino

In entrambi i casi si attraversa poi il Comune di Petrosino e ci si immerge nelle sue vigne e nei suoi campi di pomodori, si ammirano i suoi bagli, masserie fortificate che sono la vera caratteristica di questa area. Si attraversa quindi il Lungomare Biscione e poi ci si butta di nuovo nelle vigne lungo la Strada del Vino. Si ritrova il mare sul Lungomare Fata Morgana, quando si è alle porte di Mazara del Vallo. Siamo nell’area di Tonnarella, una delle spiagge più belle della città.

Infine, Mazara: il Satiro e la casbah

La piazza della Repubblica di Mazara del Vallo
La piazza della Repubblica di Mazara del Vallo

Si attraversa l’area portuale, il porto sul canale e si arriva nel centro, sul Lungomare Hopps. Eccoci nel cuore di Mazara del Vallo, la città del Satiro Danzante, ma non solo. Alle spalle dell’Arco Normanno si apre la casbah di Mazara, il reticolo di vicoli che profuma di passato e che mostra come le culture si sono intrecciate, mischiate.

Perdetevi nella casbah, ammirate le piazze, la Cattedrale, assaggiate un piatto di cous cous ai frutti di mare, gustatevi una brioche con gelato o una granita, ammirando il mare e le sue onde. E visitate il Museo del Satiro, il simbolo della città, la danzante che fu rinvenuta nella primavera del 1998 durante una battuta di pesca nel canale di Sicilia, un rarissimo esempio di statuaria bronzea greca.

Prima deviazione: verso Mozia, lo Stagnone e le Saline

Le celeberrime saline della Riserva Naturale dello Stagnone
Le celeberrime saline della Riserva Naturale dello Stagnone

Vi proponiamo di seguito due possibili deviazioni, o aggiunte al vostro itinerario cicloturistico, per renderlo ancora più ricco. La prima va da Marsala verso l’Isola di Mozia, circa 10 km. Dal centro della città dovete pedalare lungo via del Fante e quindi imboccare la Contrada Spagnola fino alla Riserva Naturale dello Stagnone, con le celeberrime saline che tutto il mondo ci invidia. L’Isola di Mozia è un gioiellino, ma anche un aperitivo al suo imbarcadero vale veramente la pena. Se volete proseguire, potete spingervi fino al borgo di Birgi, a due passi dall’omonimo aeroporto (Trapani) nel quale sbarcano ogni anno migliaia di turisti europei che si innamorano di questo tratto di costa.

Seconda deviazione: Torretta Granitola, un angolo da sogno

Il minuscolo ma spettacolare golfo di Torretta Granitola
Il minuscolo ma spettacolare golfo di Torretta Granitola

La seconda aggiunta invece vi porta da Mazara fino a Torretta. Sono altri 12 km con il Mediterraneo alla vostra destra. Continuate sul Lungomare San Vito: lasciate il centro di Mazara alle vostre spalle e il panorama si modificherà, la costa si fa via via più rocciosa, con le onde che si infrangono sugli scogli. Torretta Granitola e il suo vecchio porto sono da cartolina, una insenatura piccola ma tanto suggestiva da lasciarvi il segno negli occhi e nel cuore.

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