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Oggi vi porto a spasso tra il Liechtenstein e la Svizzera, lungo un itinerario che accarezza il fiume Reno e che ho percorso con una bici da corsa, senza fretta, godendomi un paesaggio da sogno e fermandomi ad assaggiare i dolci tipici delle bäckerei, oltre che per fare due chiacchiere con gli amici ciclisti incontrati lungo il tragitto.

di Giacomo Bonvini

L'autore di questo racconto, Giacomo Bonvini, con la sua bicicletta da corsa Look
L’autore di questo racconto, Giacomo Bonvini, con la sua bicicletta da corsa Look

il Liechtenstein e il reno

Il Liechtenstein con i suoi 160 km quadrati di superficie totale, è una delle nazioni più piccole al mondo. Incastonato tra Svizzera e Austria, e a sole 3 ore di macchina da Milano, il Liechtenstein è anche una nazione molto ricca, basti pensare che il patrimonio del principe regnante Hans Adam II è di gran lunga più grande di quello della regina Elisabetta. L’immagine che abbiamo del Liechtenstein in effetti è quella di un paradiso fiscale, nascosto da qualche parte in mezzo alle montagne e avvolto da un alone di estremo lusso.

Da quasi due anni lavoro in questo piccolissimo stato. Precisamente a Schaan, presso una grossa multinazionale fondata proprio qui quasi 80 anni fa. Dal 2009 il Liechtenstein non è più ufficialmente un paradiso fiscale ma posso confermare che sì, nel caso ve lo steste chiedendo, è un Paese molto ricco e che, sì, è contornato da bellissime montagne.

il percorso: un anello tra Liechtenstein e svizzera

È attraversato da Nord a Sud dal fiume Reno, il quale ha storicamente contribuito al benessere della vallata fornendo un grande supporto all’agricoltura e ai commerci. È proprio da questa vallata, rinominata dai locali “Happy Valley”, che comincia l’itinerario cicloturistico che voglio raccontare.

La piazza centrale di Vaduz, capitale del Liechtenstein
La piazza centrale di Vaduz, capitale del Liechtenstein

Si tratta di un anello di circa 100 km, che parte e termina a Vaduz (capitale del Principato del Liechtenstein) e che vi farà scoprire una delle zone più belle e iconiche della Svizzera: l’Appenzello e i suoi alpeggi dolci e scintillanti.

partenza da vaduz, poi la ciclabile del reno

Si parte dalla piazzetta centrale di Vaduz , dove rimarrete probabilmente delusi dal non vedere le decine di Ferrari e le Lamborghini che nel vostro immaginario erano sempre esistite. Al limite qualche trattore parcheggiato qui e la.

Da lì ci si dirige verso il centro della valle, verso il Reno. Li, ad attenderci, una bellissima pista ciclabile tutta per noi, in mezzo alla vallata e perfettamente parallela al corso del fiume. Non si tratta di una ciclabile qualsiasi, ma della ciclovia numero 15 del network Eurovelo.

I cartelli con le indicazioni degli itinerari lungo la ciclabile del Reno
I cartelli con le indicazioni degli itinerari lungo la ciclabile del Reno

La ciclabile parte da Andermatt, accarezza il Liechtenstein e prosegue a Nord costeggiando tutto il lago di Costanza (che da queste parti si chiama Bodensee). Di questa bellissima via, che termina a Rotterdam (si, a Rotterdam!) percorreremo solo un piccolo tratto, per un totale di circa 20 km. Ci godiamo il fluire del fiume, lo spettacolo delle montagne tutte attorno e l’impercettibile dislivello negativo che ci fa muovere veloci verso nord.

Alla nostra destra il Liechtenstein, alla nostra sinistra la Svizzera. È proprio alla nostra sinistra che si staglia davanti a noi il blocco di montagne del Santis. Pedaliamo per circa 15 km lasciandoci alle spalle i piccolissimi paesi di Bendern, Gamprin e Ruggel.

Lungo la pista ciclabile incontriamo tanti ciclisti, di tutte le tipologie: cicloturisti, ciclisti in allenamento, gente che usa la bici per rientrare dalla spesa, famiglie con i bimbi nel loro giretto di fine settimana, gruppi di bikers in mtb che rientrano da una gita nei boschi. Ci sono tante eBike. Non c’è rumore, solo il suono del Reno e delle ruote sull’asfalto. È proprio come ci si aspetta: tutto perfettamente pulito, funzionante e ordinato.

in svizzera la prima salita di giornata

Dopo circa 20 km siamo arrivati al confine tra Liechtenstein, Austria e Svizzera. È già il momento di lasciare il corso del Reno, che ci ha accompagnato in questo piacevole riscaldamento iniziale. Ci spostiamo sul versante ovest della valle e puntiamo verso Ruthi (CH) seguendo il flusso delle piste ciclabili attraverso campi e paesini piccolissimi.

Siamo ormai ben caldi e davanti a noi, ad aspettarci sorniona, la prima salita della giornata. Siamo quasi straniti dal dover abbandonare la pista ciclabile, ma dopo pochi tornanti siamo già concentrati sulla salita e la fatica. In poche centinaia di metri raggiungiamo una quota minima sufficiente per poter apprezzare il panorama della vallata.

Vista della Valle del Reno dal versante Nord-Ovest
Vista della Valle del Reno dal versante Nord-Ovest

Piu a Sud il Liechtenstein, attraversato dal Reno e dipinto dai campi, a Nord l’Austria, poco oltre la Germania, si vede proprio tutto! Dopo circa 10 km di salita, iniziamo a percepire un ambiente diverso e l’aria diventa più fresca. Il bosco è più fitto, i rumori più attutiti e le baite e le fattorie cominciano a sostituire sempre di più le case comuni.

Appenzello, una svizzera spettacolare

Stiamo per entrare nella zona dell’Appenzello e ovviamente allo stupore per la vista bellissima, si sovrappone anche la soddisfazione per aver terminato una salita di 15 km e circa 500 metri di dislivello. La salita finalmente spiana e lo spettacolo degli alpeggi verdi, di Heidi e delle caprette che fanno ciao è proprio li davanti a noi pronto per essere goduto ed esplorato.

Scorcio su alcuni campi dell'Appenzello
Scorcio su alcuni campi dell’Appenzello

Facciamo una brevissima pausa per metterci addosso una mantellina e rimaniamo subito colpiti anche da un altro elemento: il gruppo del Santis con le sue catene frastagliate tipiche del Ratikön. Per un attimo ci si dimentica di essere a poco più di tre ore di macchina da Milano, in un mondo ovattato e un ambiente tanto scintillante quanto ordinato. Ci rimettiamo quindi in sella estasiati dal nuovo equilibrio con la strada, la bici e soprattutto la natura intorno.

Puntiamo verso il distretto principale della zona, il piccolo paese di Appenzello (poco più di 5000 abitanti) dove ad attenderci troveremo diverse bäckerei in cui potremo gustarci una meritatissima fetta di torta e bel cappuccino. Puntiamo al centro citta, è li che ci aspetta una delle migliori bäckerei: la Drei Koening in Hauptgasse. Rinvigoriti da una buona dose di energia ritorniamo in strada, davanti a noi circa 15 km di piacevoli sali-scendi in cui l’unica cosa che sembri mancare sono davvero le marmotte della Milka che confezionano la cioccolata.

verso il Schwägalp Pass

Il verde acceso, il marrone delle rocce delle montagne e il bianco della neve sulle cime del Santis sono perfettamente modulati l’uno sull’altro. Di tanto in tanto una bandiera svizzera timidamente svolazzante infonde brillantezza a questa magnifica tavolozza di colori. Ci dirigiamo verso Urnäsch, ultimo centro abitato prima della salita verso il Schwägalp Pass.

Lì ci fermiamo per una breve sosta acqua e per fare qualche fotografia. Facciamo anche il punto sul tragitto, realizzando che siamo ormai innestati sul favoloso percorso del Grand Tour of Switzerland. Si tratta di un bellissimo tragitto di 1600 km che concatena tutta la Svizzera e che passa proprio sul nostro giro accompagnandoci fino a Vaduz.

Estasiati una volta di più, puntiamo al Schwägalp Pass con energia e rinnovata curiosità, fondamentali per poter affrontare con grinta una serie di tornati molto ripidi (con punte del 14% di pendenza) e senza nessuna battuta di arresto. Le moto e le macchine ci passano di fianco con disinvoltura e molto rispetto, non abbiamo mai l’impressione di essere in pericolo anche se si tratta di una strada relativamente battuta (per gli standard svizzeri è una strada molto battuta).

Una pausa lungo i tornanti del Schwägalp Pass, a circa metà salita
Una pausa lungo i tornanti del Schwägalp Pass, a circa metà salita

Percepiamo di essere quasi arrivati al passo perché la vista comincia a riaprirsi e le montagne riemergono sulla linea dell’orizzonte. Ci siamo quasi, ancora pochi km e potremo finalmente gustarci la nostra meritata birretta. Questo tratto di strada potrebbe risultare abbastanza duro ed effettivamente lo è. Ma manca ancora pochissimo, e dopo aver raggiunto il passo ci saranno solo 300 m di dislivello positivo in circa 40 km sviluppo per chiudere il giro. Questo pensiero ci da energia per l’ultimo colpo di reni, ci siamo!

una pausa ai piedi del santis

Raggiungiamo lo Schwägalp Pass e la vista è davvero fantastica. Siamo proprio ai piedi del Santis, la montagna più alta della zona e la vista ci riempie di emozione. Siamo anche molto soddisfatti per l’impresa appena conclusa e la muraglia di roccia lì davanti sembra complimentarsi con noi per aver concluso con successo il tratto più difficile di tutto il giro.

Panorama mozzafiato, la cima del Santis è proprio lì davanti
Panorama mozzafiato, la cima del Santis è proprio lì davanti

Foto di rito e poi dritti ad assicurarci un tavolo nel dehors della Gasthaus Passhöhe. Siamo circondati da ciclisti entusiasti, motociclisti nella pace dei sensi e famiglie con bambini piccoli eccitati e contenti della bella giornata. Ci godiamo la birra e scambiamo qualche chiacchera con i nostri vicini, alzando di tanto in tanto verso l’antenna del Santis e scrutando il profilo delle vette secondarie tutte intorno.

È tempo di ripartire. Sin qui il tempo è stato più che clemente ma quando si è in montagna, si sa, è sempre bene non abusare delle finestre di buon tempo. Ci copriamo bene, abbiamo più di 10 km di discesa e l’aria da queste parti è sempre abbastanza fresca. Ci godiamo la discesa seguendo il profilo delle montagne e puntando verso la prima prossima vallata, quella che percorreremo nell’ultimo tratto del nostro giro. Arriviamo a Nesslau-Krummenau in men che non si dica, anche se in realtà non ci dispiace molto che la discesa sia finita perché iniziavamo a sentire un po’ di freddo al corpo.

in discesa, di nuovo verso il reno

Senza nemmeno fermarci svoltiamo verso Wildhaus, li ci fermeremo per l’ultima pausa e la merenda premio per la fatica finale. Appena possiamo ci ributtiamo sulla ciclabile che segue parallela il torrente godendoci ogni singolo scorcio di cui si possa godere.

Sulla ciclabile in direzione di Wildhaus
Sulla ciclabile in direzione di Wildhaus

Nonostante l’Appenzello e il panorama del Santis ci abbiano lasciato senza fiato, questo favoloso percorso ha ancora in serbo tante emozioni. La bellezza è tutta intorno a noi e anche se ormai nella testa e nelle gambe sentiamo tanta fatica, il cuore è gonfio di vita.

Arriviamo a Wildhaus quasi di slancio, la salita non è stata molto difficile ma con 90 km alle spalle e circa 1700 m di dislivello siamo un po’ provati. Ci fermiamo in uno dei bar della piazzetta centrale del paese e ordiniamo una bella coppa gelato che divoriamo letteralmente. Il tempo di qualche foto, di prepararci per gli ultimi 10 km di discesa e siamo nuovamente in sella per chiudere il giro e tornare a Vaduz. Anche quest’ultima discesa risulta sorprendentemente piacevole, permeata del profumo del bosco e inebriata dalla vista della valle del Reno che ci si ripresenta davanti a noi.

si torna a vaduz, punto di partenza

Poco più in la si vede anche Vaduz e il suo castello, ci siamo ormai! Ancora pochi km sulle ciclabili che attraversano i campi, qualche foto su uno dei ponti che collegano Svizzera e Liechtestein e nel giro di pochi minuti siamo finalmente arrivati a Vaduz. Bellissimo.

Ho pensato tanto a come concludere questo racconto ma non mi dilungherò molto. Si tratta di un giro che al netto di tutte le cose viste e vissute, riassumerei con un’unica ed esaustiva parola: emozionante!

info utili e traccia komoot

Punto di partenza: Vaduz

Punto di arrivo: Vaduz

Distanza: 106 km

Dislivello: 1640 m

Bicicletta: bici da corsa (Look 795 Blade RS)

Traccia Komoot: https://www.komoot.com/tour/277514188

l’autore: giacomo bonvini

Mi chiamo Giacomo, ho 33 anni e sono un Ingegnere Nucleare. Lavoro però nel marketing, faccio il Global Product Manager per la Hilti. Ho praticato calcio e atletica a livello agonistico, scio da quando sono bambino ma più recentemente è proprio al ciclismo che mi son appassionato.

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Ciclismo a 360 gradi! Mi piace fare delle uscite brevi dove spingo al massimo, ma anche gite di una giornata in cui poter assaporare l’idea del viaggio. Amo fare dei viaggi in bici, anche se il tempo a disposizione è sempre molto poco. ll mio sogno è proprio quello di attraversare il Sud America. Io, la mia bici e le mie borse.

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