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Prima di Omar Di Felice, prima di Lorenzo Barone, prima di Dino Lanzaretti, solo per citare alcuni dei cicloviaggiatori contemporanei che ci hanno abituato a imprese in bici in zone artiche: prima di tutti loro, il primo a portare una bicicletta a Capo Nord è stato Rosario Palazzolo.

Correva l’anno 1993. Non c’erano social network a documentare l’impresa. Nessuna traccia, nel senso di nessun file Gps da verificare o condividere. Foto, video, ricordi.

Come quello del sindaco che accolse Rosario al suo arrivo in bicicletta a Capo Nord e che gli disse di essere il primo ad averlo fatto, in inverno, sfidando il gelo, il ghiaccio e non solo.

GUARDA IL VIDEO –> LORENZO BARONE, IN BICI SULLA STRADA PIÙ A NORD DEL MONDO

Rosario e i viaggi in bicicletta a Capo Nord

Conosco Rosario da tempo. A lui devo la passione per il lavoro di giornalista. Con lui ho condiviso anche parecchi momenti e km in sella alle nostre biciclette, in giro per l’Italia e l’Europa.

rosario palazzolo bicicletta a capo nord

Rosario Palazzolo, giornalista de Il Giorno e direttore (per la versione italiana) di Runner’s World, il magazine dedicato alla corsa più letto al mondo, ha un passato ma anche un presente da cicloturista e cicloviaggiatore. Anche estremo.

Prima della grande impresa del 1993 Rosario, nell’estate del 1990 raggiunse Capo Nord insieme ad alcuni compagni di viaggio partendo da Milano. Ne parla qui, nel suo blog, a questo link.

A volte le avventure più belle nascono per gioco. Per scommessa. E forse non avevo ancora compiuto 18 anni quando lanciai la scommessa. Con me stesso

rosario palazzolo

Quel viaggio estivo venne coperto in 45 giorni (e 42 tappe). “Oggi, per progettare un viaggio di 5.000 chilometri mi sarebbe bastato mettermi su internet e consultare Google Maps per tracciare strade, consultare campeggi, aree di sosta e luoghi di interesse. Qualche mail, un’occhiata ai social. E poi via. Allora, il mio unico strumento era un vecchio atlante e qualche fotografia scovata qua e là sui libri di geografia, sulle riviste e tra le fotografie delle vetrine della agenzie di viaggio“, racconta.

Fu proprio durante quella lunghissima e bellissima avventura estiva che Rosario sognò e progetto di tornare in bicicletta a Capo Nord, ma questa volta in periodo invernale.

ROSARIO E’ STATO OSPITE DEL NOSTRO PODCAST –> ASCOLTALO QUI MENTRE CI RACCONTA LA CICLOVIA ALPE ADRIA

la partenza da stoccolma

“Quando ho pensato a Nordkapp ’93, a compiere la traversata in bicicletta della Scandinavia e in particolare della Lapponia artica, in realtà il mio obiettivo finale suonava un po’ come un pretesto”, racconta nel suo diario di viaggio Rosario.

rosario palazzolo bicicletta a capo nord

“Raggiungere Nordkapp in pieno inverno, in sella a una bicicletta… non sapevo nemmeno se fosse possibile. Quando ho cominciato a progettare quel viaggio in realtà non sapevo nemmeno se sarei stato capace di stare in sella alla bici su tutto quel ghiaccio“, aggiunge.

Rosario ha condiviso la preparazione insieme a 3 amici: Pietro, che avrebbe pedalato insieme a Rosario, e altri due in “supporto”. E poi arrivò il momento del fatidico “via”: “Il 13 gennaio del 1993 eravamo al via, a bordo di un furgone 4 ruote motrici che Pietro aveva adattato a camper di fortuna, prevedendo anche di poter rimanere bloccati nella steppa in mezzo a una tempesta di neve”.

Il gruppo raggiunse Stoccolma da dove, il 18 gennaio, prese ufficialmente il via il viaggio in bicicletta. Con due mountainbike Ganna “con assetto da discesa per avere un baricentro più basso. Un mare di ricambi tra cui ruote chiodate. Vestiti da alpinismo. E montagne di bustine riscaldanti pronte a qualsiasi uso”, ricorda Rosario.

I primi giorni sono difficili. Le gambe “non girano”, il freddo si fa sentire. Poi pian piano Per nove giorni Pietro e Rosario pedalano seguendo la costa interna della Svezia, quella che si affaccia sulla Finlandia, raggiungendo cittadine pittoresche e villaggi sempre più sperduti, con la neve che, km dopo km, si faceva sempre più alta.

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Il viaggio, l’incidente, babbo Natale

Il racconto di Rosario è carico di emozioni. Affiorano i ricordi: il freddo, la tensione, i dubbi, ma anche la gioia di condividere un viaggio così speciale e la voglia di arrivare a destinazione.

La ricerca delle stazioni di servizio per rifocillarsi e scaldarsi, di una sauna e di un pasto caldo la sera, all’arrivo, la difficile tenuta della bici sul ghiaccio, l’insicurezza.

Il compagno di viaggio di Rosario, Pietro, ebbe un incidente. E così Rosario è costretto a portare avanti questa avventura in solitaria. “La bicicletta era il mio mondo. Lo è stato per altri 8 giorni durante i quali la mia unica compagnia erano i miei pensieri. A volte tristi e turbati. Altre sorpresi da tanta meraviglia della natura, così ostile e selvaggia eppure così presente, forte”, racconta ancora.

“L’ingresso nel Circolo Polare Artico era più o meno coinciso con l’avvistamento delle prima renne. Animali tranquilli (al contrario che incontrate un’alce, state attenti perché ha una stazza capace di ribaltarvi). Più si andava verso Nord e più diventavano numerose. A volte fin troppo, quando le incontri placide a bloccarti la strada”, scrive.

Citando anche l’incontro con Babbo Natale: “Fin dal giorno della partenza, nella mia mente non avevo mai avuto l’ansia di arrivare alla meta finale. No, il mio primo pensiero era un altro. Più curioso e stravagante. Incontrare, una volta ancora, Babbo Natale. Noi lo avevamo incontrato nel ’90, quando in agosto ci attese fuori dalla sua casa per stringerci la mano e augurarci buon viaggio. Questa volta il suo abbraccio e il buffo modo di riceverci facendoci sedere sulle sue ginocchia per ascoltare la nostra storia, è stato davvero importante per il mio spirito”.

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l’arrivo in bicicletta a capo nord: il primo in inverno

“Dove vai? Lascia stare, di lì non si passa”, gli disse un camionista a due giorni dall’arrivo. I due giorni forse più difficile, con temperature rigide e un vento sferzante che rendeva le salite ancora più toste e le discese ancora più temibili.

rosario palazzolo bicicletta a capo nord

L’arrivo è datato 12 febbriao 1993. “Non posso confondermi. Non posso dimenticarlo, perché questo è il giorno del mio compleanno. A questo punto l’obiettivo è uno solo. Arrivare all’imbarco per Honninsvag entro sera, per poter festeggiare compleanno e traguardo”, spiega Rosario.

L’ultima tappa è segnata dalle forti escursioni termiche, dal ghiaccio che cede il passo alla neve in cui si affonda e che diventa una trappola. “La sera eravamo comodamente seduti nella sala da pranzo dell’albergo di Honninsvag a brindare”.

Rosario ce l’ha fatta. E il suo è un racconto sincero: “Devo confessare che l’ultimo round fino a Capo Nord, una quarantina di chilometri, non l’ho fatto in bicicletta, bensì a bordo di una motoslitta. Sull’isola, le strade erano coperte da un manto di quasi 5 metri di neve. Così, appena fuori dal paese, non c’era altro modo per muoversi che in sella a una motoslitta. Esperienza incredibile”.

“Non ho mai detto grazie ai miei compagni che, ognuno a suo modo hanno contribuito a realizzare un sogno incredibile”, finisce così il suo diario. Che non cita le parole del sindaco della città, che lo accolse e lo “battezzò” primo tra tutti i ciclisti ad aver portato una bicicletta a Capo Nord in inverno.

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