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Esplorare la Lombardia pedalando. Un modo per svelare i piccoli segreti delle aree rurali, spesso dimenticate da chi vive nelle grandi città. Angoli di pace e bellezza tutt’altro che remoti dove riscoprire nuovi ritmi e stili di vita, guardando a una dimensione abitativa e sociale che scavalca la frenesia della metropoli. Ed è proprio questo il cuore di “Dimore e Borghi”, progetto che nasce dalla collaborazione tra i GAL Risorsa Lomellina, GAL Oltrepò Pavese e GAL Terre del Po con lo scopo di comprendere le aspettative e le reali necessità di coloro che, attualmente residenti a Milano e relativo hinterland, complice il caro abitativo, potrebbero divenire non solo turisti, ma anche abitanti permanenti di questi territori.

Un progetto, dunque, che unisce sia la tematica dell’housing sia quella dello sviluppo di un turismo lento e sostenibile, un segmento in cui il cicloturismo trova la sua massima espressione. Ed è proprio salendo in sella che oggi vi facciamo toccare con mano l’identità di queste destinazioni, in modo da ispirare il desiderio di montare in bicicletta per un’immersione nelle ricchezze uniche della Lomellina, dell’Oltrepò Pavese e delle Terre del Po: un patrimonio fatto di natura, storia, tradizioni e una vivace offerta enogastronomica che conquisterà anche i palati più difficili.

Prima tappa: Lomellina

La chiamano ‘La piccola Loira’, e la presenza dei numerosi manieri e roccaforti – in questa regione che si disegna tra il Po, il Ticino e la Sesia – giustifica tale soprannome. La Lomellina, con le sue risaie e i suoi borghi, si lascia osservare proprio attraverso quei sentieri tarati ad hoc per chi ama spostarsi sulle due ruote. Nella ‘Mesopotamia lombarda’, pedalando su agevoli strade bianche, si può giungere – per esempio – fino a Cozzo così da visitarne il castello (visite guidate su prenotazione) oppure procedere in tutta sicurezza da Sartirana a Breme, fermandosi qui per uno stop all’Abbazia di San Pietro, per assaggiare la dolcissima cipolla rossa locale. Proprio a Breme, peraltro, si possono eventualmente utilizzare le biciclette messe a disposizione dal Comune e raggiungere le zone golenali e i boschi a ridosso di Po e Sesia.

Da qui partono tre percorsi natura di cui prendere nota: 

  • Percorso ‘rosso’, alla confluenza dei due fiumi (18 km A/R)
  • Percorso ‘giallo’, nella cosiddetta regione Pelosa (10 km A/R)
  • Percorso ‘verde’ nella Garzaia del Bosco basso (6 km (A/R)

Inoltre, da Mezzana Bigli, paese rivierasco del Po, si potrà partire per ulteriori 6 percorsi in bicicletta nel raggio di una trentina di chilometri lungo il grande fiume e nei paesi limitrofi: li trovate nel dettaglio qui, sul sito del Comune. Oppure, come una macchina del tempo, sarà la Via delle Gallie in Lomellina risalente alla fine del I secolo a.C. – da Dorno a Lomello – a condurre i cicloturisti verso Carbonara, Dorno, Cozzo e Lomello.

Curiosità:

Pedalare in Lomellina può significa imbattersi in alcune insolite sorprese. La più inaspettata è forse quella che riserva La Pila, un antico magazzino di stoccaggio del riso, edificato nel XVII secolo integrato nel complesso del Castello Visconteo di Sartirana, e oggi organizzatore e promotore di numerose attività artistiche. Al suo interno (su prenotazione), preparatevi a un’esplosione di colore: le opere ispirate al cibo (Food Mood) e alla moda (abiti e foulard) di Ken Scott ruberanno il vostro sguardo. Lo stilista cult degli anni ’60 e ‘70, noto anche come il “Giardiniere della Moda”, dopo aver vestito dive come Audrey Hepburn, Brigitte Bardot e Mina anima gli spazi con i suoi stampati variopinti.

Spostandosi a Lomello, invece, sarà la basilica di Santa Maria Maggiore a sedurvi. E non solo per la sua struttura asimmetrica bensì per la leggenda legata alla regina Teodolinda e al demonio: una volta dentro la chiesa, guardatevi intorno per individuare in quale punto esatto in cui si dice che il diavolo sia stato murato. Un indizio: cercate la figura in veste bianca e senza testa!

Seconda tappa: Oltrepò Pavese

Si scrive Oltrepò Pavese, ma ogni appassionato di bicicletta che si rispetti leggerà ‘Greenway Voghera Varzi‘. Questa via verde verso l’Appennino è una ciclopedonale realizzata sul tracciato dell’ex ferrovia che collegava Voghera e Varzi negli anni ’30. 

33 chilometri immersi nella vegetazione, in prossimità del torrente Staffora, adatti a bici da strada: un percorso semplice con soli 318 metri di dislivello. Lungo la Greenway si incontra il comune di Codevilla, dove non distante della ciclopedonale è stato realizzato un percorso vita in legno composto da 22 stazioni con attrezzi per fare attività fisica e cartelli che spiegano l’esercizio. Complesso sportivo che si ritrova pure a Godiasco – con una struttura fitness outdoor da 10 stazioni –, a Rivanazzano Terme e a Varzi con una palestra all’aperto fruibile anche da persone con disabilità.

La traccia GPX della Greenway Voghera Varzi è scaricabile qui

L’Oltrepò Pavese, inoltre, è terra di vini eccellenti ormai conosciuti anche all’estero. Si può forse andar via senza essersi goduti il piacere di un calice di Bonarda? In questo luogo che profuma d’uva, la magia del vino si incontra con la passione per il ciclismo grazie a dei percorsi da degustare in bicicletta, vitigno dopo vitigno. Non è un caso se la Strada dei Vini e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese e il Consorzio Promozione e Tutela Vini Oltrepò Pavese promuovano congiuntamente tale iniziativa, così da addentrarsi nella zona assaggiando i prodotti locali. Sono le strade secondarie, talvolta persino sterrate, a trasformarsi in porte verso l’animo autentico di questo scorcio lombardo, senza paura di perdersi se muniti di una mappa o di una più moderna App (che si chiama – facile! – Oltrepò Pavese) per muoversi di cantina in cantina seguendo le onde delle colline.

Da non perdere è la Road To Riesling lungo la quale si incrocia il 45° parallelo, fra Mornico Losana e Montalto Pavese, definito come il ‘parallelo dei grandi vini internazionali’. La Road To Riesling è un anello di circa 20 chilometri che tocca alcune cantine storiche come Tenuta Travaglino, Conte Vistarino e Isimbarda, e altre più recenti in mano a giovani innovatori, tra cui Finigeto, Cà del Gè e La Piotta: ogni azienda con i propri vini, con orgoglio, e con eventi di degustazione anche en plein air.

Curiosità:

Capolinea della Greenway è il comune di Varzi. Una volta giunti a destinazione, vale la pena parcheggiare la bicicletta e lasciarsi trasportare dal fascino di questo borgo medievale. Cosa mettere nella to do list? Indubbiamente una visita al Castello Malaspina, dove ci ritroverà tra le vicende storiche della famiglia Malaspina che, nel 1164, ottenne il feudo dall’imperatore Federico Barbarossa. E a seguire, con gambe allenate, affrontare gli oltre 100 gradini della torre adiacente, da molti appellata Torre delle Streghe poiché nel Medioevo, proprio lì di fronte, era uso bruciare coloro che erano accusati di stregoneria. Il panorama ripaga dell’atletica salita. E come premio? A questo punto ci si è meritati la specialità del luogo: il rinomato salame di Varzi, da abbinare alla mica (pane tipico dell’Oltrepò Pavese) e a una fetta di torta di mandorle.

Terza tappa: Oltrepò Mantovano e Oglio Po 

Ultima tappa di questo itinerario in Lombardia è quella che va dall’Oltrepò Mantovano all’Oglio Po. Sulle tracce dei Gonzaga, si parte da Revere e nello specifico da piazza Castello dove si ergono il Palazzo Ducale e la Torre Campanaria. La pedalata si articola sulla Ciclovia del Po che fa parte del progetto VenTo-Eurovelo 8, il tracciato italiano della grande ciclovia europea che nel suo complesso – da Venezia a Torino – a completamento sarà lungo circa 680 chilometri, da vivere in gran parte lungo il Po. I cantieri lombardi, che hanno il compito di unire i tratti ciclabili già esistenti in un unico persorso, sono stati aperti a febbraio 2024 e dovrebbero essere completati entro il 2026, data tassativa perché il finanziamento dipende da fondi del PNRR. Il percorso che abbiamo provato si snoda per buona parte lungo gli argini del fiume, e non c’è da stupirsi se a tratti ci si troverà a ridurre l’andatura per ammirare il panorama e fermarsi a scattare qualche fotografia. Ottimo punto d’arrivo è Quingentole, ideale per una sosta sotto i portici e una rapida occhiata al Palazzo dei Vescovi e alla chiesa parrocchiale di San Lorenzo. Quest’ultima è protagonista di una storia che forse, soltanto i mantovani conoscono bene. L’ingresso è protetto da due leoni. Queste statue – per l’esattezza leoni stilofori in marmo rosso del 1400 – provengono dal Duomo di Mantova e pare che siano stati sistemati in posizione errata, invertendo quella di destra con quella di sinistra per cui le due belve in pietra volgono lo sguardo verso l’esterno e non verso il portone d’ingresso della chiesa, come di consuetudine.

Curiosità:

Domenica 30 giugno 2024, si svolgerà la terza edizione de La Sabbiosa. Una manifestazione cicloturistica non competitiva pensata per celebrare le armonie paesaggistiche del comprensorio Oglio Po, tra golene, strade bianche e tratti arginali con l’intento della valorizzazione del territorio e del prodotto tipico, il melone.
La corsa si svolgerà nel weekend della Sagra del Melone ed è possibile iscriversi entro il 21 giugno. La partenza sarà da Viadana – in provincia di Mantova – e l’obiettivo è soltanto uno: divertirsi in compagnia unendo diverse generazioni tutte accomunate dell’amore per le due ruote.
I percorsi sono tre:

  • Rospo (15 km / 1h): su asfalto e ghiaia
  • Moscatello (49 km / 2h30): su asfalto, ghiaia e terra
  • Ramparino (80km / 4h): su asfalto

Info: www.prolocoviadana.it/la-sabbiosa-2024 

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