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2000 chilometri, 16.000 metri dislivello, 9 contee attraversate, 18 giorni in sella, 13 notti in tenda, 30 uova sode, 7 full Irish Breakfast, 2 Irish Coffee, temperatura massima 32° (salendo il Conor Pass), temperatura minima 2° (dormendo in Donegal), 9 giorni di sole consecutivi, 5 giorni con pioggia, 0 forature, infinte pecore: i numeri legati all’impresa irlandese di Pietro Franzese raccontano in modo ironicamente sintetico il suo viaggio in bici lungo tutta la Wild Atlantic Way, da sud a nord, partendo dal borgo marinaro di Kinsale e terminando a Muff, a un passo dal confine con l’Irlanda del Nord, dove ha ripreso a pedalare, dopo una piccola pausa esplorativa.

Il ciclista milanese delle grandi imprese, infatti, ha completato anche la Causeway Coastal Route, seguendo il tratto di costa tra Derry˜Londonderry e Belfast, percorrendo altri 500 chilometri. Il tragitto complessivo che sembrava particolarmente sfidante, osservando l’altimetria prima della partenza, ha presentato piacevoli sorprese tra cui un andamento più dolce, seppur impegnativo, un clima particolarmente favorevole che gli ha permesso di percorrere giornalmente tratti più lunghi di quelli pianificati e un’accoglienza ancora più calorosa di quella prevista.

Incontri sostenibili

La missione di valorizzare l’impegno di questa fascia costiera nei confronti dell’ambiente lo ha portato a cercare realtà particolari come i bagni di alghe calde all’aperto, con vista sullo splendido estuario dello Sneem, lungo The Ring of Kerry, o, sempre nella contea di Kerry, realtà come il Parnaskilla Resort, vincitore di numerosi premi per la sua attenzione nei confronti della sostenibilità, ambientale e sociale, che, per esempio, vede: il bando di prodotti chimici, insetticidi e altre sostanze dannose nei 200 ettari della tenuta in cui si trova; il coinvolgimento diretto della comunità locale per ciò concerne gli approvvigionamenti legati all’offerta gastronomica; l’utilizzo unicamente di acqua microfiltrata, riducendo drasticamente l’uso della plastica; il monitoraggio strategico dei consumi elettrici. Interessante notare che la salute ambientale dell’area su cui si sviluppa la tenuta fa sì che sia il rifugio di molte specie di uccelli, di volpi e di altri animali.

Un paio di altre realtà scoperte lungo il tragitto sono la Barren Smokehouse, azienda specializzata nell’affumicatura dei salmoni con differenti certificazioni green, che compensa eventuali emissioni con la piantumazione di alberi e che fa parte parte del circuito Burren Ecotourism, e Wildlands, progetto di turismo ecosostenibile che ha valorizzato un’area di 8 ettari di bosco, tutelandola dal punto di vista ambientale e offrendo attività a stretto contatti con la natura ad adulti e bambini.

“Questo viaggio in solitaria arriva dopo due imprese come Milano-Capo Nord in scatto fisso e la traversata USA Coast to Coast, legata alla riduzione dell’uso della plastica. L’ho fatto in solitaria, ma, nonostante la dimensione davvero selvaggia di molti tratti, perfettamente in linea con il nome Wild Atlantic Way, ho sempre sentito attorno a me un grande calore da parte delle persone che ho incontrato, piacevolmente interessate alla mia esperienza e desiderose di essere di supporto. La decisione di pedalare lungo la Wild Atlantic Way e la Giant Causeway Coastal Route era legata al desiderio di promuovere l’uso della bici come mezzo turisticamente sostenibile, facendo conoscere una zona che si sta davvero distinguendo per il suo modo di fare turismo, basato molto anche sul ruolo in primo piano delle comunità locali e sul loro interesse per preservare il territorio. Quello che ho visto, i progetti realizzati, le persone incontrate sono la miglior dimostrazione che un modo nuovo di immaginare il turismo può funzionare e che può far bene a un territorio e alle persone che lo abitano. Invito, quindi, chi ama la bici o ama i viaggi green a percorrere almeno un pezzo di queste meravigliose strade che percorrono territori straordinari come la costa ovest e la costa a nord dell’isola d’Irlanda”, commenta Pietro Franzese.

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