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Vi chiederete il perché di un nuovo portale dedicato al cicloturismo. Ce lo siamo chiesto anche noi, prima di “andare in scena”. E ci siamo accorti che, negli ultimi mesi, qualcosa è cambiato. E allora anche chi parla di cicloturismo deve cambiare, e noi abbiamo deciso di provarci.

Due cicloturisti percorrono un tratto della pista ciclabile Alpe Adria
Due cicloturisti percorrono un tratto della pista ciclabile Alpe Adria

Complice quel maledetto virus, Covid19, che ancora sta sconvolgendo le nostre vite, il cicloturismo è diventato quasi una soluzione. In un certo senso ha perso il suo carattere di nicchia ed è finito nei documenti del Governo, nelle chiacchierate che abbiamo fatto a tavola, in famiglia e con gli amici, anche nelle nostre ricerche Google. Per molti non si tratta di una novità e nemmeno di una imposizione o un ripiego. Perché in realtà le due ruote, e le vacanze su o con le due ruote, erano già un dato di fatto.

il cicloturismo è cambiato

Ma qualcosa è cambiato e adesso questo processo ha subito una brusca accelerazione. Il cicloturismo si sta scrollando di dosso quegli abiti impolverati. E’ successo qualcosa di simile, più in generale, al ciclismo agonistico e amatoriale: lo racconta perfettamente il Ciclista Pericoloso Giacomo Pellizzari nel suo “Generazione Peter Sagan”. “Un luogo comune recita che a calcio, basket o tennis puoi giocare, ma nel ciclismo devi soffrire. La bicicletta è una cosa seria e ha regole severe, impietose: bisogna fare fatica, sputare sangue, arrivare al traguardo preferibilmente esanimi”, dice l’autore nella sua fotografia. Ma. C’è un ma. “Eppure, da qualche anno, sul palcoscenico mondiale delle due ruote ha fatto la sua comparsa uno strano personaggio, in grado di ribaltare i canoni”, scrive parlando proprio del campione slovacco.

Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, in uno dei suoi viaggi in bicicletta (Credit: Facebook Lorenzo Jovanotti Cherubini)
Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, in uno dei suoi viaggi in bicicletta (Credit: Facebook Lorenzo Jovanotti Cherubini)

Ecco. Il cicloturismo sta affrontando un passaggio simile. Anche grazie all’aiuto di personaggi pop (o rock) proprio come Peter Sagan. Uno tra tutti, Lorenzo Cherubini: Jovanotti, in un paio di anni, ha letteralmente sradicato la vecchia idea di viaggio su due ruote (e cicloturista), diventando un’icona, trasformando il cicloturismo in un tema mainstream. Appunto, pop. Portandolo in televisione in prima serata, mixandolo con lo spettacolo, con la musica. Ne è uscito un cocktail moderno, succulento, intrigante.

raccontare il cicloturismo

Questo salto di qualità impone anche un ripensamento delle modalità di racconto. Esistono migliaia di modi di fare cicloturismo. Non è cicloturista solo chi viaggia sulla propria due ruote per giorni, con le borse cariche, la barba lunga e la pelle segnata dal sole, dal vento e dalla pioggia. Si fa turismo in bicicletta, si fa turismo con la bicicletta. Quella che ci si porta da casa, in auto o in treno, o quella che si noleggia in loco, persino quella dello sharing.

Chi partecipa alla Maratona delle Dolomiti, la regina delle granfondo italiane, è un cicloturista. Perché molto spesso prima e dopo la gara si ferma per giorni, magari con la famiglia, al cospetto dei Monti Pallidi, Patrimonio Unesco che tutto il mondo ci invidia, e li esplora in sella a una mountain bike, dormendo in un hotel con la spa e gustando i sapori locali. Lo stesso possiamo dire di chi si attacca il numero sulla schiena al via di qualsiasi altra competizione pensata e disegnata nel nostro bellissimo Stivale.

quanti tipi di cicloturismo

Ci sono quelli che amano le rievocazioni storiche e il vino. Ci sono quelli stravedono solo per le mountain bike, le ruote grasse, anche quelle fat, persino di inverno; e allora scoprono, in sella, montagne, creste, boschi e foreste. Ci sono quelli hanno avuto il colpo di fulmine con il genere gravel e ora vanno matti per strade bianche e ghiaia. Ci sono i cicloturisti estremi, quelli che pedalano da soli, e poi quelli che lo fanno in famiglia, persino con bambini. Sono cicloturisti quelli che scelgono una eBike, a pedalata assistita, perché l’età lo impone, o perché così diventa tutto meno pesante, ma non per questo meno bello. E sono cicloturisti anche quei turisti che scelgono di conoscere una città, una metropoli, in sella alla bici del servizio locale di sharing. Niente auto, niente taxi, persino niente metro. Solo due ruote.

cicloturismo360.it, la nostra promessa

Noi cercheremo di dare voce a tutti. Ci vogliamo provare. Parlando di biciclette e ciclisti, ma soprattutto di viaggi, non solo intesi come spostamenti: viaggiare in sella a una bicicletta serve a conoscere meglio il nostro pianeta, serve a scoprire se stessi e quei lati fino a prima ignoti. Vi racconteremo di destinazioni uniche nel loro genere, di imprese “spaziali”, ma anche di camere di hotel, cene imperdibili in trattoria, cantine e vini che con il ciclismo si sposano alla perfezione. Vi parleremo di mezzi e prodotti, daremo voce a chi pedala veramente ma anche a chi vorrebbe iniziare a farlo.

Ci vogliamo provare. E saremo lieti se voi lo voleste fare con noi.

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